Il 12.12.2012 abbiamo cominciato a registrare le tracce del nostro primo cd. Dopo la demo, dalla natura particolarmente diretta, semi acustica, abbiamo naturalmente accolto quelle che erano le sonorità richieste dai nuovi pezzi. In brani meno recenti come "Immobile"o "Gioie non mie", vi era una sorta di approccio osservativo alla realtà, una restituzione delle sue sfumature con vago senso di impossibilità al cambiamento attivo delle situazioni e livelli emotivi. Nei nuovi brani, leggendo questi testi scritti a penna su carta, in un quaderno sgangherato (che ha meno pagine, poi, della copertina), mi rendo conto di quanto "scavare" nelle profondità di quello che si sente vi sia al loro interno. Dalla prima all'ultima battuta. Vi è un'andare al cuore delle cose, per sempre riemergere. Anche se l'esito è quello della rabbia o del raccoglimento, ho sempre la sensazione finale di una voce che raggiunge una pienezza nuova rispetto al primo passo del brano, l'arpeggio una consapevolezza più ferma e ricca di variazioni raccolte sulla strada del ritorno, e la batteria e il basso arricchissero invece ritmicamente questo percorso.  Un percorso in cui vi è l'osservazione delle situazione, del proprio tempo, delle cose che si hanno alle spalle, ma non le si guarda più attraverso una superficie vetrosa. Vi è stato un aprire quella porta, finestra, cunicolo per comprendere le cose, anche con sofferenza. E risalire con una voce nuova, per lasciare ancora qualcosa. "Un punto, o linea che ti regga".

Giuliana


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