Un bellissimo regalo dei nostri amici di Indiepercui, una compilation ricchissima, in free download


Indiepercui 103 - Il Natale è il 24

"Forget your perfect offering, 
there is a crack, a crack in everything. That's how the light gets in".

"Dimentica la tua offerta perfetta, 
c'è una crepa, una crepa in ogni cosa. E' da lì che filtra la luce".


Non esistono strade perfette. 
Solo asfalto da scrivere come tela, da vivere come tela. Esiste la direzione che scelgo. 
E alla fine del giorno resta l'impronta di due piedi nudi silenziosamente imbrattati di vernice rossa. Rosso su bianco come l'eco di un passo voluto ma faticoso, straordinariamente umano.
Una crepa in ogni cosa canta L. Cohen in questa sera di Dicembre che sembra sin dal principio passare oltre se stesso, come un mese che nasce già destinato a concludersi in un conto alla rovescia frenetico. Chi ha creato il tempo pensava di essere un giudice imparziale allora ma l'uomo - si sa - è sempre stato più intraprendente degli dei: è così che le ore di mesi come questo finiscono in scatole di cartone su scaffali ordinati. Frenetico ma impacchettato per bene questo Dicembre.
Da lì filtra la luce, perché temere l'umanità latente in tutte le cose del mondo?
Straordinaria latente umanità. 
Che le mie ali siano di carne da oggi perché ogni luogo che sfiorerò sia casa.
Carmilla


Muove, trascina, libera. Gli isolati sembrano meno distanti, gli strumenti pesano meno quando un progetto fatto di carne e sogni è condiviso. Fa la differenza ritrovarsi su questo stesso asfalto, tra mille strade esistenti al mondo essersi riconosciuti. Camminiamo un po' meno silenziosamente del solito io e Anna, umile riconoscersi umani. Raggiungiamo Roberto che già assembla il nostro set di strumenti giù in Taverna. 
Ci districhiamo tra i cavi, pazientemente traghettiamo pensieri e sensazioni di una settimana su un piccolo palco che rendiamo così nostro, come dev'essere in due ore. E mi chiedo se alla gente interessi ancora ascoltare musica dal vivo. Così rassicurante è il preconfezionato mondo delle cover band improvvisate. L'occhio si abitua, "si adegua". E questo Samhain sacro ai Celti che indicava la "fine dell'estate" e al contempo un nuovo inizio diventerà tra un giorno o due occasione per travestire il vuoto col vuoto di un abito ai limiti del carnevalesco. Chissà se accadrà mai questo anche per le tradizioni, così care ai preti e ai mercanti d'Occidente. Che arrivi qualcuno a prendere storie di secoli e mercificarle come si fa con tutto ormai. Il peggio è che non ci si stupisce, non v'è più sorpresa, straniamento, critica. 
Il fiore va proiettato sul soffitto. Le pareti sono rosse, come il vino nella brocca di vetro sul tavolo. L'immagine di Born Again di Sergio Angeli è pronta per esplodere/implodere con le parole, l'ho riconosciuta. Abbiamo lavorato tanto su questa scaletta. La raccontiamo insieme. Siamo pronti. Sono la narratrice di una storia che esiste aldilà del tempo, di me stessa. Ogni canzone è una piccola storia così densa di vita da dovermi quasi eclissare per comunicarla a chi sta ascoltando, lì di fronte, in silenzio. Siamo parte dello stesso prezioso istante io, Anna e Roberto. Dovermi quasi nascondere da ogni eccesso, ogni orpello, da qualsiasi parola che potrebbe risultare di troppo, pesante. Così densa di vita è ogni immagine, ogni suono, ogni pulsazione ritmica che si libera. Così densa di vita che esistiamo anche noi. 
G.

...dovrebbe trattarsi di un post concepito per informarvi del nostro live "minimale", sperimentale e via dicendo. 
Sono molti gli aggettivi che potrebbero essere utilizzati in riferimento alla nostra dimensione creativa,
ma "minimale" credo che sia il termine giusto hic et nunc per indicare la forma scelta dalla sfaccettata Carmilla che muove il nostro progetto. 

Si, perché lei resta, musica tenace e coraggio. Musicalità prima ancora che musica. Giornata che tace, voce che urla. Immagine, l'attimo prima che l'occhio veda, colga, cambi. 



SABATO 29 OTTOBRE 2011. TAVERNA VECCHIA DEL MALTESE (BA). 

Intervista diciannove ottobre duemilaundici 


Mercoledì sera, alle ore 21,00 saremo ospiti del programma radiofonico Indiepercui. Ci sarà anche un mini live set acustico. Potrete ascoltarci in streaming se siete interessati o cercando direttamente le frequenze di radio 103.  Per chi non lo conoscesse ancora, il programma è davvero indie e fuori dalle righe!


Radio 103 fm 103.7 stream www.radio103.tv


http://www.facebook.com/event.php?eid=233043130083364


E' stato un film del 1991 - Les Amants du Pont neuf - diretto dal regista francese L. Carax a sollecitare la fulminea composizione di "Clochards". C'è sempre qualcosa che dimentico delle trame ma ci sono dei  fotogrammi - quei fotogrammi - che resistono al tempo e diventano puntualmente l'inizio di qualcosa. Una sera mi sono ritrovata a scrivere dell'incontro di due amanti troppo vigliacchi per raggiungersi e troppo testardi per arrendersi alla distanza. 
Come mine vaganti i due clochards - anime appese alla luna - proiettano liberi le proprie esistenze su ponti che "dividono invece di unire".  E' corruzione d'orizzonte la conseguenza naturale dell'emozione, inganno e  attesa: la corda risuona o soffoca? Allora è arrivato il fotogramma della musica e quella musica aveva il volto degli amanti del Pont neuf. Come quei clochards devo rinascere ogni giorno - mi dico -  e la musica è la cosa più vicina all'inizio che io conosca
Risuona la musica nella mia esistenza, una piena che arriva a rigenerare le cose, che strazia la certezza ma libera la terra; per provare poi ad essere nuovo se hai il coraggio di ascoltare il silenzio che sempre precede la rinascita. Musica che salva, che guarda le spalle. In fondo non si nasce mai una volta sola.  Arriverà Aprile e ci sarà solo spazio per corda che risuoni. L'ho promesso una sera. 

Carmilla





Mentre suono ho quasi sempre il capo chino... e tutto si trasforma, dentro non v'è più nulla di reale.
Solo un'immagine... la sensazione che qualcuno ti sieda accanto nella suggestione dell'intro che apre il nostro concerto:
Quando il bambino era bambino, se ne andava a braccia appese, voleva che il ruscello fosse un fiume, il fiume un torrente e questa pozza il mare. Quando il bambino era bambino, non sapeva d’essere un bambino, per lui tutto aveva un’anima e tutte le anime erano tutt’uno. Quando il bambino era bambino, su niente aveva un’opinione, non aveva abitudini. sedeva spesso a gambe incrociate e di colpo sgusciava via, aveva un vortice tra i capelli e non faceva facce da fotografo.
So chi sei... vorrei dirgli.
Poi tutto ha inizio... i tremori, le luci che fendono le nuvole trasparenti tra te e il tuo pubblico, un pubblico che ieri era lì per ascoltare Musica, per ascoltare Noi, un pubblico silente, attento, premuroso.
Poi tutto ha inizio e quello che abbiam fatto in queste ultime settimane con i mie compagni di viaggio... è stata una magia.
Ho il capo chino e sono molto emozionata, sì, mi emoziono ancora e tanto... pur suonando da anni, pur avendo conosciuto una miriade di palchi.
Poi alzo piano il capo... e trovo gli sguardi dei miei compagni... è davvero una magia e brani come Crisalide, Clochards, gli ultimi composti con una ispirazione tale da lasciarci sospesi... poi Cani, un brano registrato in camera mia... in pochissimi minuti... nato così mentre pensavo... nessuno ascolterà mai questo brano. Poi la spontaneità con cui l'ho fatto ascoltare a Giuliana, la sua interpretazione, la mia commozione... e ieri molti l'hanno ascoltato, penso siano stati due minuto di un'emozione unica.
Ieri sul quel palco c'era tutto il nostro amore, tutto il nostro coraggio, tutta la nostra umiltà, tutta la nostra vita... e il desiderio infinito si poter vivere di Musica... solo di Musica.
Col cuore... Grazie.

Anna Surico - Carmilla e il Segreto dei Ciliegi

Nell'ambito della rassegna "luglio nel chiostro" ci esibiremo in formazione denominata "acustica o quasi". Il repertorio è stato rivisitato per l'occasione e per lo spazio suggestivo che ci ospiterà.
 L'evento è previsto il giorno 31 luglio alle ore 21, 30 presso il Palazzo San Domenico di Rutigliano(BA), concepito e realizzato col sostegno di A.l.i.c.e. Arti Espressive e delle Officine U.f.o e vedrà la partecipazione delle Persone Libro dell'Associazione "Donne di Carta".
Per l'evento abbiamo pensato a un concerto più intimista e minimale "Muta vertigine sovversiva", per cui la formazione della band sarà la seguente:


Carmilla Giuliana Schiavone- voce, acustica
Anna Surico-chitarra elettrica
Roberto Ficarella-percussioni




Invento una folla e un deserto, uno spazio, un segreto tra due corpiSono il segreto tra due corpi familiari e mai uguali. Spazio segreto tra due corpi né vicini né distanti. Non esisto più per caso.


Tra gli artisti scelti per le selezioni del Sud del Premio De Andrè anche la formazione acustica dei Carmilla e il Segreto dei Ciliegi sarà a Napoli il 15 giugno @Teatro Bolivar.











C'è una poesia che amo particolarmente. Wislawa incornicia parti di mondo nei suoi versi: un granello di sabbia, un lago, il sasso, il vento. Ecco, questi oggetti  sembrano avere più coscienza del loro esistere aldilà dello sguardo di chi guarda e ha un nome per ogni cosa, aldilà dell'occhio di colui che "sa" di esistere, l'uomo. L'uomo così finisce col dare un nome a tutto. Io pensavo a questo "nome" che diamo alle cose, al confine sottile tra le cose e il loro nome... se fosse tutto così lineare, preciso, automatico...allora sapremmo "dire" tutto, ci sarebbe sempre un nome da "dare", una veste per ogni cosa...e invece esistono cose che esigono per loro natura di essere donate non solo attraverso parole, come sfumature... Per esempio, esiste o date mai un nome preciso alle sfumature dei colori? Qualcuno oggi mi ha fatto dono di un pensiero: in fondo tutte le forme d'arte in ogni tempo non comunicano a "parole-mezzi" propri ciò che la gente non riesce a "dire" ma ha bisogno di dire? Credo che l'arte dia una voce e non pretenda di assegnare una definizione a tutti questi pezzi di mondo e di vita. Sfugge essa stessa ad una definizione univoca... In fondo non amiamo l'arte perché è libera e ci libera, in qualche modo?
Carmilla


Vista con granello di sabbia (Wislawa Szymborska)


Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.
Fa a meno di nome
generale, individuale,
instabile, stabile,
scorretto o corretto.


Non gli importa del nostro sguardo, del tocco
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un'avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.
Dalla finestra c'è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e dolore
è il suo stare in questo mondo.

Senza fondo lo stare del fondo del lago
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.

Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.

E il tutto sotto un cielo per natura senza cielo,
dove il sole tramonta non tramontando affatto
e si nasconde non nascondendosi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Ma sono solo tre secondi nostri.

Il tempo passò come un messo con una notizia urgente.
Ma è solo un paragone nostro.
Inventato il personaggio, insinuata la fretta,
e la notizia inumana.



























Lo spazio di Carmilla al Progetto Legàmi. 26 maggio 2011.