Invento una folla e un deserto, uno spazio, un segreto tra due corpiSono il segreto tra due corpi familiari e mai uguali. Spazio segreto tra due corpi né vicini né distanti. Non esisto più per caso.


Tra gli artisti scelti per le selezioni del Sud del Premio De Andrè anche la formazione acustica dei Carmilla e il Segreto dei Ciliegi sarà a Napoli il 15 giugno @Teatro Bolivar.











C'è una poesia che amo particolarmente. Wislawa incornicia parti di mondo nei suoi versi: un granello di sabbia, un lago, il sasso, il vento. Ecco, questi oggetti  sembrano avere più coscienza del loro esistere aldilà dello sguardo di chi guarda e ha un nome per ogni cosa, aldilà dell'occhio di colui che "sa" di esistere, l'uomo. L'uomo così finisce col dare un nome a tutto. Io pensavo a questo "nome" che diamo alle cose, al confine sottile tra le cose e il loro nome... se fosse tutto così lineare, preciso, automatico...allora sapremmo "dire" tutto, ci sarebbe sempre un nome da "dare", una veste per ogni cosa...e invece esistono cose che esigono per loro natura di essere donate non solo attraverso parole, come sfumature... Per esempio, esiste o date mai un nome preciso alle sfumature dei colori? Qualcuno oggi mi ha fatto dono di un pensiero: in fondo tutte le forme d'arte in ogni tempo non comunicano a "parole-mezzi" propri ciò che la gente non riesce a "dire" ma ha bisogno di dire? Credo che l'arte dia una voce e non pretenda di assegnare una definizione a tutti questi pezzi di mondo e di vita. Sfugge essa stessa ad una definizione univoca... In fondo non amiamo l'arte perché è libera e ci libera, in qualche modo?
Carmilla


Vista con granello di sabbia (Wislawa Szymborska)


Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.
Fa a meno di nome
generale, individuale,
instabile, stabile,
scorretto o corretto.


Non gli importa del nostro sguardo, del tocco
Non si sente guardato e toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un'avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.
Dalla finestra c'è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e dolore
è il suo stare in questo mondo.

Senza fondo lo stare del fondo del lago
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.

Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.

E il tutto sotto un cielo per natura senza cielo,
dove il sole tramonta non tramontando affatto
e si nasconde non nascondendosi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.

Passa un secondo.
Un altro secondo.
Un terzo secondo.
Ma sono solo tre secondi nostri.

Il tempo passò come un messo con una notizia urgente.
Ma è solo un paragone nostro.
Inventato il personaggio, insinuata la fretta,
e la notizia inumana.