...l'abbaglio più sottile che ancora mi sazia
di nebbia la vista
scontenta come me.
Ho troppo di me che non oso e non so,
ho troppo di me che non oso e non so dire.
Mi siedo sulle ciglia, le espongo all'offesa del sonno,
e se arriva sarà meglio dello schianto di ogni silenzio
che, opposto al tempo, salda la gravità ai bordi dell'anima.





Categories:

Leave a Reply