E' stato un film del 1991 - Les Amants du Pont neuf - diretto dal regista francese L. Carax a sollecitare la fulminea composizione di "Clochards". C'è sempre qualcosa che dimentico delle trame ma ci sono dei  fotogrammi - quei fotogrammi - che resistono al tempo e diventano puntualmente l'inizio di qualcosa. Una sera mi sono ritrovata a scrivere dell'incontro di due amanti troppo vigliacchi per raggiungersi e troppo testardi per arrendersi alla distanza. 
Come mine vaganti i due clochards - anime appese alla luna - proiettano liberi le proprie esistenze su ponti che "dividono invece di unire".  E' corruzione d'orizzonte la conseguenza naturale dell'emozione, inganno e  attesa: la corda risuona o soffoca? Allora è arrivato il fotogramma della musica e quella musica aveva il volto degli amanti del Pont neuf. Come quei clochards devo rinascere ogni giorno - mi dico -  e la musica è la cosa più vicina all'inizio che io conosca
Risuona la musica nella mia esistenza, una piena che arriva a rigenerare le cose, che strazia la certezza ma libera la terra; per provare poi ad essere nuovo se hai il coraggio di ascoltare il silenzio che sempre precede la rinascita. Musica che salva, che guarda le spalle. In fondo non si nasce mai una volta sola.  Arriverà Aprile e ci sarà solo spazio per corda che risuoni. L'ho promesso una sera. 

Carmilla





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One Response so far.

  1. è stato un bel concerto! ;))

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